La pantera delle nevi

Proiezione del film La Pantera delle Nevi 

Reggia di Sylvain Tesson

Documentario naturalistico – 92  minuti

Ingresso: 7 € intero

Vincent Munier, classe 1976, premiato fotografo naturalista francese, invita il connazionale Sylvain Tesson (1972), scrittore e viaggiatore, a un’avventura invernale sull’altipiano tibetano. Munier condivide con il compagno una nuova attitudine dell’osservazione, la sacralità del paesaggio. Tesson prende nota e trasforma il senso di quell’esperienza in parola scritta, un diario che si fa voce narrante del film.

 

In punta di piedi e attrezzatura minima, occhi aperti e orecchie sempre tese, a oltre cinquemila metri e avendo come base una modesta baracca, si appostano sulle rocce, davanti a paesaggi mozzafiato, di serica bellezza e

definizione digitale quasi da pittura puntillista. In una calma, felice, attesa, oltre al lupo grigio, l’orso e la volpe, i due individuano anche animali rari come l’antilope tibetana, lo yak, il baral, il gatto di Pallas. Con la pazienza, il rispetto e la curiosità di chi si mette in dialogo con la natura da ospite e non da predatore.

Allo scrittore parigino pubblicato in Italia prevalentemente da Sellerio, presta la voce nella versione italiana il Premio Strega Paolo Cognetti (“Le Otto Montagne”), a sua volta viaggiatore e già molto a suo agio col cinema e che non esclude un futuro da documentarista.

Spinti dall’istinto di sopravvivenza, non di violenta sopraffazione, mettono l’umano davanti alla pochezza di sé, alla sua inadeguata, ridicola considerazione del tempo e delle risorse. Proiezione speciale al Festival di Cannes 2021, in anteprima italiana al Trento Film Festival 2022, miglior documentario ai César 2022.

La presenza dell’obiettivo molto ravvicinato ai due (di Marie Amiguet, già autrice della fotografia di La vallée des loups di Jean-Michel Bertrand) si fa infatti quasi subito invisibile. Chi guarda è completamente immerso in medias res, nello stupore, nel silenzio, nella lentezza alla quale l’umanità ha rinunciato e a cui quel sistema armonico, essenziale, grazie a una sorta di provvidenza laica, qui la riporta.

Unica aggiunta “esterna” a questo stato di beatitudine contemplativa, la colonna sonora di Warren Ellis, le sue composizioni strumentali per piano e violino e cori, featuring l’inseparabile Nick Cave. Gli sguardi degli animali verso gli umani, invece, quando sono consci di essere ripresi, trasmettono un crudo, feroce disinteresse.